sabato 18 gennaio 2014

NATA LIBERA

Stasera ho voglia di pensare a me: voglio dedicarmi un idromassaggio, distendermi nell'acqua calda e lasciare andare i pensieri. Dove andranno non so, forse attraverseranno questi muri,  correranno oltre la strada verso la spiaggia, al di là del mare....  La leonessa che è in me continua a dare segni d’impazienza. Invidio le persone calme e tranquille, quelle che "crollasse il mondo" non si scompongono. Io questo self-control non credo l’avrò mai. Sono sempre in balia delle emozioni, delle passioni, degli alti e bassi emotivi, scalpitante e inquieta,  senza un attimo di pace. Sono una leonessa in gabbia. Mi sta stretta questa città di provincia dove tutti sanno gli affari tuoi e regolarmente non si fanno gli affari propri, dove la gente ha la ristrettezza mentale di chi è abituato a non vedere oltre il proprio naso, a coltivare il proprio orto invidiando quello del vicino. Ma che ci faccio ancora qui?  Purtroppo, come spesso accade, mi sono fatta legare dai vincoli familiari, dalle convenzioni, dagli affetti e dai doveri. E io, che sono nata libera, come Elsa, la leonessa di un vecchio telefilm di quando ero bambina, mi sono ritrovata chiusa in una gabbia di mediocrità e apparenza. Ma non mi faccio schiacciare da queste piccole persone che pensano che la vita finisca al confine del loro paesello! Lancio il mio ruggito e preparo la zampata: lascerò il segno! Tutti mi dicono: stai buona e adeguati. Puoi chiudere in gabbia un animale selvaggio ma la sua natura presto o tardi prevarrà. Spesso mi sono chiesta l’origine di questo carattere incontrollabile che sembra prendermi letteralmente la mano e farmi perdere razionalità e senso logico. Mi sono fatta interi elenchi di possibili cause razionali e non … ma sono fatta cosi e forse non c’è una ragione. Mi porto dentro la mia leonessa, accucciata in un angolo dell’anima e anche se all'apparenza sembro così silenziosa, quieta e senza spigoli, di tanto in tanto lei, improvvisamente, viene fuori ruggendo e quelli che hanno avuto la sfortuna d’incontrarla ne portano ancora i segni.
Eppure la percezione che gli altri hanno di me è quella di una persona tutt'altro che inquieta. Forse perché sono sempre così silenziosa e gentile, e le mie inquietudini me le custodisco in fondo all'anima senza lasciarle trasparire per un assurdo senso del pudore. Ma mi sento tutt'altro che tranquilla, anzi la tranquillità come stato credo stia diventando una specie di miraggio per me.
Comunque è vero, come dice qualcuno,  che ci sono molte parti di noi ignote persino a noi stessi. Ci sono stati dei momenti in cui mi sono sorpresa delle mie reazioni. 
Per fortuna mi sono sorpresa piacevolmente perché nonostante tutti i miei casini alla fine quando penso di non farcela più, riesco sempre a tirare fuori la forza di volontà ed la tenacia necessarie a lottare per ciò in cui credo con tutta la forza della leonessa che è in me. Questo è uno di qui momenti. Piango e mi dispero, ma alla fine come in ogni animale è la volontà di sopravvivenza che prende il sopravvento su tutto, e mi fa trovare risorse che non credevo di avere. Sto bene. Anche se tutto va male, se tutto va storto. Ce la farò. Devo farcela e voglio farcela. Vado a prepararmi il bagno caldo, voglio ascoltare le note del mio amato Rachmaninov,  voglio lasciare che le sue dita scorrendo sulla tastiera  guidino le mie che scivolano piano sulla mia pelle in un crescendo di melodia e piacere….
     
 La bambina col cappotto azzurro-cielo
La bambina col cappotto azzurro- cielo@copyright

lunedì 6 gennaio 2014

UN ANNO TUTTO NUOVO

Lo confesso, non sopporto proprio il Capodanno! Lo detesto, quasi quanto i matrimoni! Non sopporto l’idea di una serata in cui per forza bisogna uscire, festeggiare, indossare qualcosa di rosso, come se il resto dell’anno un bel perizoma rosso non lo si debba mettere! Trovo irrimediabilmente stupido il detto "Chi non lo fa a Capodanno non lo fa tutto l’anno!" e penso che l’abbia inventato uno che voleva una scusa per provare a farlo almeno una sera su 365! Odio la domanda "Dove vai a Capodanno?", è un tormentone che ti perseguita per mesi.  C’è chi ci inizia a pensare a Ferragosto, mentre magari sei distesa sulla  sabbia e qualcuno della compagnia se ne esce: "Per l'ultimo dell'anno cosa si fa?" Aiutoooooo! Meglio a casa! Il fatto è che per me è un giorno come l'altro, una notte che ci traghetta verso un'alba che non ha nulla di differente da quelle precedenti e da quelle che verranno. Preferisco passarlo in modo indolore, magari da sola accoccolata sul divano  leggendo un buon libro con un pandoro e un  bicchiere di spumante, magari abbracciata al tipo giusto a guardare un filmone di quelli che ti strappano dal mondo reale, così da scivolare nell'anno nuovo dolcemente quasi senza rendermene conto, uno nelle braccia dell'altro. Per fortuna anche questo San Silvestro è archiviato e con lui un anno da dimenticare! Adesso siamo in un anno con giorni nuovi di zecca da  inventare e poter scrivere e colorare.  Volevo buttare via tutto del 2013: cancellarlo, annullarlo, dimenticarlo, far finta di aver dormito per un anno intero e come per magia risvegliarmi nel 2014.
Illustrazione: Catrin Welz-Stein
Alla fine ho deciso che terrò tutto. Conserverò tutto quel che ho vissuto in questi mesi come si conserva una  lezione di vita che si è appresa e che ci portiamo appresso per sempre.  Come una cicatrice che non fa più male ma ogni volta che ci specchiamo è  ancora là, a segnarci il corpo e ricordarci quello che ci ha ferito. Ferite ne ho tante,  ma è un dolore che ormai mi fa compagnia, che mi ricorda che ho amato, lottato, che molte volte sono stata sconfitta e altre volte ho vinto la battaglia, ma in ogni caso ci ho provato sempre e, nonostante tutto e tutti, sono ancora viva e piena di voglia di fare, sogni, speranze e ho ancora la forza di combattere per realizzarli. Conserverò la memoria di tutto ciò che è avvenuto e butterò via solo alcune persone che "solo" un anno fa consideravo veri amici e che si sono rivelati  fasulli, li butterò via assieme alla delusione, alla rabbia, all'amarezza, alla sensazione dell'ennesima fregatura presa, alla voglia di inutili rivalse  … non ho davvero il tempo di crogiolarmi nel passato, ho troppa voglia di amare chi davvero lo merita, per  sprecare tempo ad odiare chi non vale nulla.

Un nuovo inizio, pieno di speranza, a tutti voi!

La bambina col cappotto azzurro-cielo
La bambina col cappotto azzurro- cielo@copyright

venerdì 3 gennaio 2014

Attenti alle persone che riescono a tirar fuori solo il peggio di voi....

Illustrazione: Shiibo
State attenti alle persone che riescono a tirar fuori solo il peggio di voi. Si direbbe che lo fanno perché se lo meritano, il tuo peggio. E' una tattica. Non ci cascate. Vogliono convincerti. Convincerti di essere quello che vogliono loro. Convincerti di non riuscire ad essere migliore di quanto potresti essere o già sei, convincerti che non vali nulla, perchè è proprio quello il loro obiettivo: con maestria faranno splendere il buio che hai dentro e spegneranno il tuo sole, lo spediranno in esilio in un ripostiglio e getteranno via la chiave. E' così che ti convinceranno. E' così che ti comporterai di conseguenza. E' così che ti renderai conto di non saper offrire nient'altro che quel buio, che risplenderà così forte da accecare chiunque avrà la sfortuna di incontrarti. E lì amico, puoi dirti fottuto. Hai perso te stesso. E' finita. Il sole è spento. Hai freddo. Ma la sconfitta più grande sarà sempre e solo una: essere diventato esattamente come loro.