domenica 30 giugno 2013

Della morte non me ne preoccupo....

" Della morte non me ne preoccupo minimamente. Io la penso come Epicuro. Quando c'è la morte non ci sono io, e quando ci sono io non c'è la morte. Della malattia sì, ho paura: ho paura di soffrire, di non essere più autonoma, per questo sono così favorevole all'eutanasia. La vita e la morte appartengono all'uomo e non a Dio. Uno Stato laico e non teocratico deve riconoscere il diritto all'eutanasia come all'aborto, ai pacs, al divorzio, alla ricerca sulle cellule staminali embrionali ... " 
M. Hack (1922-2013) 

sabato 29 giugno 2013

UN' AUTO PER AMICA

Un altro pezzetto di vita a cui devo rinunciare. Oggi ho dovuto darti via, mia storica compagna di scorribande. L’ho dovuto fare per sopravvivere: non potevo più mantenerti, riesco a stento a mantenere me. Non voglio vederti arrugginire ed invecchiare senza poter fare niente, non lo meriti. Guardo quello spazio vuoto nel posteggio e mi sembra che mi manchi una presenza abituale, quasi un’amica. Lo so è stupido, ma vent’anni non sono un giorno e chiamarti macchina è troppo riduttivo. Ti ho preso che volevano ridurti ad un ammasso di lamiera, ed io, testarda, non ho voluto, ho detto: la prendo io. E come se tu avessi capito, non mi hai mai tradito. Siamo cresciute insieme tu ed io: quanti chilometri fatti, quante curve e salite affrontate, sempre con la stessa tenacia di volercela fare e la tenacia di arrivare in cima a tutti i costi. A volte qualche muro (metaforico)  in piena faccia, ma ne siamo sempre uscite con la stessa voglia di tornare in pista. Fidata come poche (mai mi  hai lasciato a piedi), grintosa, potente, un’auto con gli attributi, tanto da far mangiare la polvere a sorelline ben più giovani a gare e raduni. Eri il mio orgoglio quando giravamo per strada, tutti gli occhi rivolti verso di noi: come una diva di altri tempi sapevi calamitare l’attenzione al tuo passaggio, altro che quelle moderne scatolette tutte uguali, tu eri inimitabile. Amica di viaggio e testimone divertita delle mie prime esperienze amorose: quanti baci e carezze  su quei  sedili…quanti ricordi! Avrei voluto festeggiare con te i tuoi 30 anni di vita, ma non è stato possibile, non potevo più aspettare, anche se mancava poco. 
Oggi spero di averti lasciato in buone mani, mani che avranno cura di te e ti faranno correre a perdifiato su quelle salite che tanto ti piace mordere, mani che sapranno apprezzarti e trattarti da Signora d'altri tempi quale sei.  Mani che ti riporteranno all'antico splendore, con pezzi originali e cure che io non posso permettermi. E sarai ancora la più ammirata ai raduni! Ti ho guardata andare via con un nodo alla gola mentre ti facevi largo nel traffico al tramonto, facendoti notare come al solito, con quella classe che fa scomparire tutte le moderne "scatolette di latta" in circolazione: un rombo e via ormai sei lanciata verso l’orizzonte e verso mille altre strade … come sottofondo una musica inconfondibile, il suono del tuo motore …

 La bambina col cappotto azzurro-cielo
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venerdì 21 giugno 2013

I CINQUE SENSI


Voglio guardarti, annusarti, toccarti, assaporarti, ascoltarti … voglio  amarti con tutti i miei sensi …

Voglio odorarti …. come un animale respirarti, annusarti, fiutarti. Riesco a percepire fisicamente il tuo odore anche a distanza di tempo e di spazio. Chiudo gli occhi e  annuso ogni centimetro del tuo corpo… sento l’odore della tua pelle mescolarsi alla mia … il fumo delle tue sigarette … l’odore del mio e del tuo sesso dopo ore d’amore … quell’aroma forte e penetrante di orgasmi, eccitazione, sudore, pelle calda e voglie soddisfatte … mi avvolgo tra le lenzuola impregnate di noi, respiro… respiro forte e ti sento …

Voglio amarti con le mani ... sfiorare la cute coi polpastrelli, appoggiare le  unghie sulla tua schiena, sentire la tua pelle che freme al mio tocco,  percepire il vibrare, quasi il ritrarsi dell’epidermide. Affondare le dita e stringere. Accarezzare, lusingare e giocare. Amare con la pelle. Ricercare la tua pelle umida, ascoltare i fremiti del tuo corpo, sentirlo fondersi con la sua superfice amplificandone attese e reazioni. Essere un corpo solo come avvolti da un’unica pelle….

Voglio assaporarti  ... il gusto amaro della tua pelle da assaggiare … il sapore salato del sudore da raccogliere con le labbra … il denso dolce improvviso del tuo  piacere da bere lentamente come un nettare e i mille gusti che lentamente la mia lingua assapora esplorando ogni piega del tuo corpo ….


Voglio guardarti … … disegnare con lo sguardo i contorni del tuo corpo, scrutare avida ogni piega della tua pelle, ogni muscolo, ogni anfratto, ogni piccola imperfezione… seguire ogni movimento, il modo in cui muovi le mani o pieghi la testa, voglio riempirmi la mente dell’immagine di te cosi nelle notti che verranno potrò chiudere gli occhi e ritrovarti come ti ricordo: il tuo corpo sopra il mio, i tuoi occhi spalancati su di me…occhi negli occhi…

Voglio ascoltarti … il tuo fiato veloce … il mio cuore che batte … sottili gemiti e densi respiri … la musica di sottofondo che diventa armonia dei corpi … il ritmo del movimento … accelerato, rallentato, accelerato di nuovo … il rumore impercettibile della pelle contro la pelle … il silenzio pieno del piacere … il respiro che ritorna lentamente alla normalità … le risate … sguardi che sembrano sussurrare parole non dette Ascoltare il tuo sonno. Sentire il flusso del tuo sangue, che riprende a scorrere lento, sotto la pelle delle tempie. E l’armonia perfetta del silenzio dopo l’amore…

La bambina col cappotto azzurro-cielo
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giovedì 20 giugno 2013

L'INFINITO VIAGGIARE DI MAGRIS

Nessuno se l'aspettava alla maturità, eppure Claudio Magris è uno dei più grandi scrittori contemporanei, ma ha un grande difetto per la scuola italiana: è ancora vivo (per sua fortuna) e per esser studiato come merita dovrà attendere il cinquantenario della morte. 
Però a sorpresa, un brano tratto da L'infinito viaggiare è uscito tra i temi della maturità. Per chi non l'avesse già fatto L'infinito viaggiare è davvero  bellissimo e merita di essere letto.  Il viaggio di Magris è allo stesso tempo un viaggio geografico e culturale, un viaggio dell'anima e dell'essenza più profonda di ognuno di noi. L'autore descrive alcuni dei viaggi più significativi della sua vita, a volte dei ritorni, oppure impressioni attraversando una frontiera o uno Stato che magari non esistono più,  un'espressione su un viso, o un gesto, un sapore, un ricordo. Per vedere un luogo occorre rivederlo, come afferma l'autore, il piacere del conosciuto si assapora di più nel riscoprirlo.  
 Dalla Spagna all’Inghilterra, Svezia, Norvegia, Germania, Austria, Cecoslovacchia, Polonia, Australia, Iran, Cina, Vietnam, dalle Isole Fortunate ai tanti stati dell’Europa centro-orientale, alle città, foreste, fiumi, mari, deserti di zone remote, quasi l’intero pianeta viene mostrato dall’autore in queste pagine, con la lingua, la cultura, l’arte, la vita, gli usi, i costumi, la storia di ogni posto. Ma soprattutto il viaggio viene visto come capacità di possedere la propria vita essendo capaci di goderne con pienezza ogni istante perchè “partire è anche un lasciarsi andare, mollare la zavorra, socchiudere gli occhi come quando si guarda il sole, pigliare quel che viene”. Il viaggio di cui si parla è una metafora della vita: il viaggio in luoghi lontani e il viaggio attorno alla propria stanza. Il viaggio di formazione alla ricerca dell'identità e il viaggio che fa scoprire al viaggiatore la propria fragilità. Il viaggio che ci fa scoprire nuovi posti, e il viaggio che ci fa scoprire noi stessi. Il viaggio al di fuori del nostro microcosmo ed il viaggio dentro di noi. Il viaggio come evasione e come ricordo, come sapore, come incontro, come ritorno....Impossibile bagnarsi due volte nello stesso fiume. E la lezione di Eraclito vale anche per noi. Per il fiume che siamo e che ci attraversa. Per come s'increspa e s'acquieta nei nostri attimi. Per questo ogni incontro con l'altro, che sia un luogo o una persona, è sempre condito da umori diversi. Come diverso è il filtro dei nostri occhi, che ri-conoscono stimoli e segni nelle impronte di qualunque sentiero. Perché il viaggio non ha bisogno di ali. E' sufficiente trasvolare gli stessi posti con cuore nuovo, con altri giorni e memorie addosso. E accorgersi che se partire è un po' morire, andare è anche tornare. E poi rinascere.
"Ci sono luoghi che affascinano perché sembrano radicalmente diversi e altri che incantano perché, già la prima volta, risultano familiari, quasi un luogo natio. 
Conoscere è spesso, platonicamente, riconoscere, l'emergere di qualcosa magari ignorato sino a quell'attimo ma accolto come proprio. Per vedere un luogo occorre rivederlo. Il noto e il familiare, continuamente riscoperti e arricchiti, sono la premessa dell'incontro, della seduzione e dell'avventura; la ventesima o centesima volta in cui si parla con un amico o si fa all'amore con una persona amata sono infinitamente più intense della prima. 
Ciò vale pure per i luoghi; il viaggio più affascinante è un ritorno, come l'odissea, e i luoghi del percorso consueto, i microcosmi quotidiani attraversati da tanti anni, sono una sfida ulissiaca.
  "Perché cavalcate per queste terre?" chiede nella famosa ballata di Rilke l'alfiere al marchese che procede al suo fianco. "Per ritornare" risponde l'altro."
da L'Infinito Viaggiare 
Claudio Magris

venerdì 14 giugno 2013

L'ELEGANZA DEL RICCIO (e altri pensieri sparsi)

Chi può definire cosa sia un capolavoro? Bisognerebbe aprire una discussione sull'argomento, ma credo sia soggettivo. Per me un capolavoro è un'opera che scuote i miei sentimenti, mi fa riflettere, mi lascia dentro una sensazione di "pieno".  Capolavoro è quando l'autore riesce a raggiungere la mia essenza e farmi entrare nella storia, come se camminassi dentro le pagine tra i protagonisti.  Un capolavoro è un libro che puoi rileggere nel corso della tua vita, e ogni volta, anche se ne conosci la trama, scopri qualcosa di nuovo, una frase, una sfumatura, un'emozione diversa. A me è successo rare volte e questa è una di quelle. Ovviamente quello che scute i miei sentimenti può essere diverso da quello che scuote i tuoi...e quindi come possiamo definire genericamente cos'è un capolavoro? Ci sono ben poche cose al mondo che possono universalmente essere riconosciute come capolavori assoluti, perchè nessuno può restarvi indifferente, la Cappella Sistina, tanto per dirne una, ma per il resto ognuno può avere una sua opinione personale sulla definizione di capolavoro. Per me sono capolavori Anna Karenina di Tolstoj, La mia Africa di Karen Blixen, Martin Eden di Jack London, Cime tempestose di Emily Bronte, tutte le opere di Pasolini, i romanzi di Emile Zola ma anche opere di Celine, Jorge Amado, Meir Shalev e molti altri....
Per tornare all'argomento del post, l'Eleganza del riccio è uno dei miei libri preferiti, e sicuramente uno di quelli che maggiormente nella vita, mi hanno emozionato dalla prima all'ultima pagina.
Le due voci che si alternano nel racconto sono quella della portinaia, Renée e della dodicenne Paloma. Entrambe sono ricci,  ricci che nascondono la loro bellezza interiore e la loro unicità sotto gli aculei rappresentati da un carattere difficile o da una finta ignoranza.
Renée Michel, dalla vita ha avuto molti dispiaceri, la morte del marito, i figli mai venuti alla luce,  un lavoro che rende facile etichettarla come la "tipica" portinaia sciatta ed ignorante, nonostante lei sia esattamente l'opposto di ciò che appare.  Ma nessuno va mai oltre l'apparenza .... Non è forse vero che tutti siamo etichettati per il lavoro che facciamo, la nostra estrazione sociale, il modo in cui vestiamo.... etichette come quella che una portinaia per forza deve essere ignorante e al massimo avere come hobby l'uncinetto e mai penseresti che chiama Lev il suo gatto in onore di Tolstoj....
"Ha l'eleganza del riccio: fuori è protetta da aculei, una vera e propria fortezza, ma ho il sospetto che dentro sia semplice e raffinata come i ricci, animaletti fintamente indolenti, risolutamente solitari e terribilmente eleganti...."
Paloma, una dodicenne che questa vita la sta cominciando a comprendere e la rifiuta, perchè "un pesce rosso dalla vita può aspettarsi solo la sua boccia di vetro" (Come un pesce rosso in una boccia)   
 "Io ho dodici anni, abito al numero 7 di rue de Grenelle in un appartamento da ricchi. I miei genitori sono ricchi, la mia famiglia è ricca, e di conseguenza mia sorella e io siamo virtualmente ricche.Si dà il caso che io sia molto intelligente. Di un'intelligenza addirittura eccezionale." 
Per sfuggire a quell'ambiente familiare alto-borghese in cui si sente totalmente fuori posto, con un padre completamente assorbito dalla sua carriera, una madre perennemente in analisi, una sorella maggiore nevrotica e altezzosa, Paloma organizza un piano preciso: da lì a 165 giorni, il suo tredicesimo compleanno, lei porrà fine ai suoi giorni...
Da corollario, a questo percorso filosofico e di vita, tutta la galleria di personaggi di rue de Grenelle 7, lo specchio di una varia umanità parcellizata e borghese,  personaggi che entrano alle diverse ore del giorno dai loro eleganti appartamenti sotto gli occhi indagatori di Paloma, mentre madame Michel si accinge a ripetere i soliti gesti quotidiani: mettere la posta in ogni cassetta, portare fuori i sacchi della spazzatura, lavare le scale, lucidare i corrimano di ottone.... fino al momento in cui può ritirarsi dietro alla sua guardiola, e qui la attende un altro mondo, fatto di letteratura,cultura, musica classica, tavolette di cioccolato gustate durante la lettura.  
“Quando sono angosciata , mi ritiro nel mio rifugio. Non c’è nessun bisogno di viaggiare; mi basta raggiungere le sfere della mia memoria letteraria e il gioco è fatto”. 
In realtà Renée e Paloma  sono profondamente simili, fortemente attratte dal bello, dall'arte, dalla cultura, dalla conoscenza, sono persone profonde e  fuori luogo in un mondo che vive di apparenza, di etichette, di superficialità. Entrambe aspettano solo che la vita dia loro un motivo per cui valga la pena uscire allo scoperto, amare e farsi amare, farsi scoprire e conoscere per quello che sono realmente, oltre le apparenze. Tutti noi non vogliamo forse farci conoscere, essere amati per ciò che siamo realmente? Quante volte questa società costruita principalmente sui princìpi dell’ipocrisia e sulle convenzioni, riesce  a schiacciare ciò che siamo realmente? Quante persone attorno a noi vivono mentendo anche a se stesse, arroccate dietro una facciata di pura apparenza?
 "Nei momenti supremi la verità deve pur venire a galla. [...] Tutti noi, quando non abbiamo più vie di uscita, dobbiamo affrontare il destino in cui siamo imprigionati, e all'epilogo essere quello che siamo sempre stati nel profondo, qualunque fosse l'illusione in cui ci siamo voluti cullare."
Alla fine una persona, monsieur  Ozu, sarà in grado di scoprire questa eleganza nascosta del riccio e porterà l'inaspettato nelle loro vite. Questo libro ci regala la storia di un  incontro tra due donne, un incontro profondo, unico, irripetibile, che è quello di due vite umane che segnano il destino l'una dell'altra, che si fruttificano a vicenda.  E ci insegna anche che il sapere, il conoscere, la letteratura, sono spesso un’àncora di salvezza per poter resistere alla solitudine e al dolore ... 
Di certo, nessuno fra gli inquilini di Rue de Grenelle 7 immagina che dietro la portinaia possa nascondersi una creatura così colta e profonda; nessuno “la vede”, anche se tutti la incontrano tutti i giorni. 
E noi, noi vediamo coloro che abbiamo intorno? O semplicemente li guardiamo senza vederli?
E' bellissimo il momento in cui Renée trasformata negli abiti e nella pettinatura e incontrando uno dei condòmini che non la saluta, si rivolge a monsieur Ozu dicendo:Non mi hanno riconosciuta” , e monsieur Ozu le risponde:E’ perchè non l’hanno mai vista
Non vi dirò, però,  con quale dei due ricci, cioè delle due protagoniste mi sono immedesimata.....
E' stato un colpo di fulmine fin dalle prime pagine, ricordo che non ho dormito pur di finirlo e che non smettevo di piangere  e ridere allo stesso tempo, e sono rimasta lì, all'alba, a fissare l’ultima pagina col cuore traboccante di lacrime, ma soprattutto di speranza e di bellezza … sì perche’ davvero la bellezza e’ qui, in questo mondo, come dice Paloma: un sempre nel mai. 
Buona lettura.... 
"Stasera, ripensandoci, con il cuore e lo stomaco in subbuglio,  mi dico che forse in fondo la vita e’ così: molta disperazione, ma anche qualche  istante di bellezza dove il tempo non é più lo stesso. E’ come se le note musicali creassero una specie di parentesi temporale, una sospensione, un altrove in questo luogo, un sempre nel mai.  Sì. é proprio così, un sempre nel mai." 

La bambina col cappotto azzurro-cielo
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lunedì 10 giugno 2013

SOLITUDINI E RINASCITE

La cosa peggiore della solitudine è che ti allontana sempre di più dagli altri. Più stai solo e più diventa difficile aprirti agli altri, così col tempo ho finito per tenere tutti a distanza, farli avvicinare ma non troppo. Avevo voglia di ributtarmi nella mischia ma anche una paura folle di soffrire ancora. Alla fine la paura prende sempre il sopravvento, inghiotte tutto come un’onda gigantesca che spazza via ogni volontà. A forza di prendere fregature, sono diventata diffidente verso chiunque, ogni volta che qualcuno è gentile automaticamente penso:  "Che scopo avrà ad essere gentile con me?".... Ho imparato che gli uomini hanno sempre uno scopo quando sono gentili. Quasi tutti.  In parte è anche colpa della  la mia timidezza che mi porta a tenermi tutto dentro e finisco col chiudermi sempre di più. Certo in passato ho fatto un sacco di stupidaggini per sfuggire la solitudine, avevo la consapevolezza che erano cose stupide ma le facevo lo stesso e questo le rendeva ancora più stupide... ma ora posso voltarmi indietro, sorridere di me...e poi andare avanti a testa alta.

Dipinto di Irina Vitalievna Karkabi
Un bel giorno ho asciugato le lacrime e ho tirato  fuori quell'orgoglio da leonessa ferita che ogni volta, prima di toccare il fondo, m’impedisce di abbandonare la lotta.  E mi sono detta:  non lasciare che uno stronzo (o due ...) ti rovini la vita, è la tua vita, è l'unica che hai, non puoi passarla a piangere per chi non ti merita. Certo non è così semplice, quando finisce un sentimento in cui hai creduto, la tua vita, le tue amicizie (o quelle che credevi tali), le tue abitudini, nulla è come prima, il castello incantato è crollato e non c’è più nessun principe azzurro a portarti via su un cavallo bianco. La magia è finita e la realtà non è una favola.
All'inizio mi sono sentita persa, sola, svuotata e ho cercato di cambiare me stessa, di diventare stronza come quegli stessi uomini che mi avevano ferita, e ho cominciato a fare una vita che non mi apparteneva e neppure mi piaceva, cambiare uomini come si cambiano i calzini, per noia, per sentirmi desiderata o semplicemente per non passare un’altra notte a piangere.  Mi ero sentita  così usata che ora volevo essere io ad usarli questi uomini, volevo la mia rivalsa sulla categoria. Ma detto tra noi non c’è gran soddisfazione nell’usare gli uomini e il sesso è un palliativo di breve durata che non cura la malattia. Al momento ti sembra di dimenticare poi la mattina dopo ti risvegli e sei ancora sola, ed è un tipo di solitudine che  nessuna notte di sesso può curare perché  l’hai dentro, nel profondo dell’anima, talmente radicata in te che ormai non riesci a immaginare la tua vita in maniera diversa.
Non so dire quando sia iniziato, quando esattamente ho smesso di sognare e ho cominciato a credere che d’ora in poi sarebbe stata sempre così la mia vita: senza amore.  A quel punto ho perso i miei riferimenti e mi sono trovata completamente allo sbando, tutto ciò in cui credevo non esisteva più.  Finora sono  vissuta per amare ma se smetto di credere nell’Amore che rimane di me? Non voglio smettere di sognare, non voglio smettere di credere nei sentimenti veri, e so che tutti quei valori che erano i miei riferimenti nella vita sono ancora qui, dentro di me, solo in stand by per un pò, finchè non ritroverò fiducia in me stessa e negli altri. Lentamente la vita prende il sopravvento sulla paura, emozioni riaffiorano dall’angolo del cuore dove le avevo sepolte, ritornano i sogni e i desideri, la voglia di ridere e giocare, lentamente l’Amore vince sul male di vivere……lentamente rinasco, lentamente torno ad amare...ad amare me.

La bambina col cappotto azzurro-cielo
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sabato 1 giugno 2013

GLI UOMINI DELLA MIA VITA

Gli uomini della mia vita sono sempre stati buffi esemplari faunistici, rarità da museo di storia naturale, anelli mancanti della catena evolutiva, casi clinici freudiani. La scelta dei singoli soggetti non é  stata casuale, qualcuno potrebbe pensare: "sei andata col primo che capita"...eh no! Li ho proprio selezionati con cura meticolosa tra centinaia di uomini dopo averli osservati, studiati, analizzati per mesi, e giungendo ogni volta alla conclusione matematica che quello era sicuramente il principe azzurro.
Tutte le lacrime che ho versato in realtà non posso imputarle che a miei errori di calcolo. Negli anni, ho affinato questa mia dote di scegliere gli uomini sbagliati e  sono diventata un’esperta del settore!
E' vero, non bisogna generalizzare ma per una volta lo farò, e per comodità scientifica (e per riderci su)  li suddividerò in categorie:

IL VITELLONE - Esemplare italico doc, ostenta mascolinità da stallone e arie da tombeur de femme internazionale. In realtà vive con la mamma che gli dà la paghetta settimanale e gli ricarica il cellulare, e non è mai andato in vacanza oltre Ostia Lido. Affetto da sindrome da Peter Pan, ha passato la trentina da un bel po’ (ma non se n'è reso conto) spende la sua vita tra discoteche/sballo/notti in bianco/sbronze,  non si sveglia prima di mezzogiorno e … non pretenderai mica che lavori??? Ti stupirà con effetti speciali degni della miglior sceneggiata napoletana: appassionate dichiarazioni, valanghe di sms e telefonate, languide serenate, stornelli e poesie romantiche, mazzi di rose e cene a lume di candela dove guardandoti con occhi sognanti ti sussurrerà che sei l’unica per lui. L'unica per quella notte ovviamente. Potrai metterlo alla prova negandoti e facendo un pò la preziosa ma non farai che stimolare il suo orgoglio fallico: dovrà averti ad ogni costo e per questo scopo investirà ogni sua risorsa fisica, economica e mentale anche per mesi. Per commuoverti riuscirà anche a versare autentiche lacrime degne della madonnina di Civitavecchia. Ovviamente dopo aver ottenuto il tanto faticosamente conquistato pegno d’amore sparirà veloce come il vento con qualche frase poco fantasiosa tipo “Non sono l’uomo per te, sono sbagliato". Smascherarlo è quasi impossibile: è così abituato a mentire che alla fine si è auto-convinto di essere davvero il manzo più ambito del quartiere! Ridicolo!
      
L’UOMO IN CARRIERA – Ha passato la prima parte della sua vita a prepararsi per la carriera, districandosi tra lauree e master di ogni livello. Nella seconda parte della vita inizia la sua scalata al successo: passa 18 ore  al giorno in ufficio e nel resto del tempo mangia, dorme e prepara il  lavoro per il giorno dopo. Non ha tempo per te. Gira con 4 cellulari ma  quando lo chiami non risponde mai perché ha sempre altre priorità. Il suo cellulare suona sempre: la domenica, il sabato sera, alle 8 di mattina del 1 gennaio, in ferie in quel posto sperduto dove tutti i cellulari non prendono tranne il suo. La sua presenza è richiesta a riunioni, cene,  simposi, cocktail, convegni, raduni delle Giovani Marmotte e lui vuole presenziare ovunque, per questo ha affinato l’arte dell’ubiquità ed è  arrivato a partecipare a 4 aperitivi e 5 cene nella stessa serata. E’ sicuramente l’uomo perfetto che ogni madre vorrebbe per sua figlia ha un unico difetto: non ha tempo per te. Puoi decidere di seguirlo in questa faticosissima scalata al successo o decidere che non te ne frega niente. Stancante! 

 IL PROVOLONE DA CHAT – Prodotto dell’ultima generazione, in chat è spumeggiante, esuberante, carismatico, presenzialista, istrionico un vero prezzemolino del web. Lo trovi a qualsiasi ora del giorno e della notte in contemporanea su faceboook, twitter, google+ e yahoo. Il mondo virtuale non ha confini ne segreti per lui: mangia, dorme e svolge tutti i bisogni  fisiologici sempre connesso alla sua postazione pc-full optional per non perdere nulla di quel che accade, si assenta il minimo indispensabile. Si fa chiamare nella vita col nick e non col nome e cognome perché ormai la sua immagine virtuale ha preso il sopravvento su quella reale. D'altronde una vita reale non ce l'ha! Per conquistarti farà di tutto, sfoderando un  repertorio vastissimo di romanticherie  ma l’impatto dal virtuale al reale sarà decisivo per le sorti della love story. Passato il primo entusiasmante contatto fisico reale ti abbandonerà per serate intere nuda sul divano dicendoti “Resto on line ancora 5 minuti” per poi mettersi davanti al pc a cazzeggiare allegramente per 5 ore. Quando invece di  immaginare posizioni erotiche comincerai a immaginare cento modi per distruggergli il pc capirai che è il momento di dare un CLICK definitivo  alla faccenda. Videopatetico!

 Quelli SPOSATI MA NON TROPPO Categoria presente sul pianeta dai tempi dell’uomo di Neanderthal: sposati/fidanzati/impegnati ma perennemente sull’orlo della separazione. Incompresi in famiglia, celebre la frase "mia moglie non mi capisce", e ovviamente affamati di sesso perché la moglie (oltre a non capirli) non-gliene-da-più, ti racconteranno che stanno per separarsi, stanno per divorziare, stanno per cominciare una nuova vita, stanno per prendere una decisione importante che cambierà tutto ....ecco appunto, stanno per...ma non lo faranno mai! Scontatissimi!

I CINQUANTENNI  D’ASSALTO supertatuati, supergriffati, superesaltati, si vestono come teen ager, hanno solo amici e amiche ventenni perché "si sentono ventenni dentro". Cercano di stupirti con racconti di ferie in mirabolanti terre esotiche, sport estremi e avventure ai limiti della fantascienza, ovviamente hanno un macchinone che non riescono neppure a  posteggiare o una supermoto che guidano vestiti come un incrocio tra Jeeg Robot d’acciaio e Valentino Rossi, salvo poi bombardarsi di muscoril e voltaren per il mal di schiena!  Stagionati!

E per finire una categoria (che per fortuna ho evitato):
GLI AFFAMATI. Pur di rimediare una donna anche virtuale, sono disposti a tutto! Inventerebbero qualsiasi cosa, direbbero qualsiasi cosa, verrebbero anche in pellegrinaggio sotto casa tua sulle ginocchia e questo non perchè siano interessati particolarmente a te ma solo perché sei una donna e respiri! 

Potremmo parlare anche de “i ginnici” (palestrati o esaltati di sport a tutti i costi), di "quelli che non si sono mai innamorati” (che freud si sarebbe ucciso piuttosto che analizzarli),  dei “belli e tenebrosi” che fanno sembrare Baudelaire un fumetto……..”gli artisti”  nessuno capisce la loro arte e tu sei la loro musa…….”i bugiardi cronici” (che te ne accorgi anche quando per giustificare un ritardo ad un amico si inventano un        crollo della rete autostradale, ma pensi che a te non mentirebbero mai!) e ”quelli feriti dentro” (allora qui lo spirito di crocerossina è incontenibile)…………

Illustrazione: Casey O'Connell
Ma alla fine si impara mai la lezione? Si impara eccome, e per la regola "se li conosci li eviti", non tutto il male è venuto per nuocere, ora li fiuto lontano chilometri questi propotipi di maschi farlocchi! 
.... E quando pensi che esistano solo uomini sbagliati ecco che incontri qualcuno che ti fa cambiare idea ...
perchè per fortuna non tutti gli uomini sono come quelli sopra descritti ma i principi azzurri esistono per davvero.



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