martedì 28 maggio 2013

COME UN GUERRIERO

Ero una bambina che non doveva nascere, un miracolo dissero i medici, un inaspettato regalo del destino. I miei genitori mi avevano cercato, sognato, atteso per così tanti anni e alla fine, quando tutti quei sogni erano andati in frantumi e avevano rinunciato perfino a desiderare, ero arrivata al’improvviso, come un arcobaleno dopo un temporale. Ero una bambina fragile e diversa. Ho passato le mie prime ore di vita sotto i ferri di un chirurgo e ho dovuto lottare da subito per tenermi aggrappata alla vita. 

Illustrazione: Jimmy Lawlor
Come un guerriero ho lottato per vivere. Ho stretto con forza quel filo sottile che m'impediva di volare via e scomparire nel cielo come un palloncino colorato, avvinghiata al seno di mia madre come un'edera tenace che cresce ogni giorno più forte. Quel giorno mio padre ha cominciato a morire.
Giorno dopo giorno succhiavo avidamente la vita mentre la vita abbandonava lui....Io muovevo i primi passi mentre lui non riusciva più a stare in piedi e quando avevo appena imparato a dire “papà”, non avevo più nessuno a cui dirlo….
Ho sempre pensato che semmai esisteva un Dio doveva essere un mostro crudele, che aveva già pianificato tutto: "Vuoi una figlia? Tu cosa mi dai in cambio? Dammi la cosa più preziosa che hai... la tua vita". Mio padre mi voleva così tanto che sono sicura abbia accettato qualsiasi patto con Dio o col Diavolo in persona.
Così eccomi a dover convivere con questo assurdo peso, un peso troppo grande per una bambina. Io non ero un miracolo ma solo il frutto di un tragico scambio: la mia vita per la sua. Lui era così bello, intelligente, solare, dolce e gentile con tutti, così innamorato di mia madre ... e io invece cos'ero? Non bella ne intelligente, timida e goffa, un disastro ... Se avessi potuto rimescolare le carte e scambiare tutto un'altra volta l'avrei fatto. Ogni giorno della mia vita ho desiderato tornare indietro, volare via attaccata a quel palloncino colorato...volare via e lasciare qui lui. Lui rendeva felici le persone, io non ne ero capace. Io non ero niente ma era toccato a me restare. Perchè? 
Illustrazione: Cho Yong-Joon
Ogni giorno vado avanti aggrappata a quel filo sottile, consapevole che da un giorno all'altro il filo potrebbe spezzarsi. Cerco di dare un senso alla mia vita per dare un senso alla sua morte. Ma che senso c'è? Ho odiato me stessa per essergli sopravvissuta, mi sono odiata per così tanto tempo che alla fine non mi ricordavo più neppure come fare ad amarmi....Eppure il suo regalo più grande era stato proprio l'amore.
Ecco l'amore...l'amore è l'unica risposta che so darmi. Arrivare fin qui è stato come camminare scalza su un sentiero di vetri e cocci: non sentivo male all'inizio, poi le ferite sono diventate sempre più profonde e il dolore è arrivato d'un colpo tutto assieme.  Mi sono ritrovata sanguinante e incapace di rialzarmi da terra. Eppure mi sono rialzata, una, dieci, cento volte mi sono rimessa in piedi e pronta ad andare di nuovo avanti.  La mia fragilità è anche la mia forza... ora lo so. A volte   mi sembra di aver dato tutto, di non avere neppure più una goccia d'amore ma sempre trovo altro amore in me ... come un fiume inarrestabile. Per quanto io abbia sofferto, e so che ancora dovrò soffrire, non mi fa paura ributtarmi nel fuoco, anzi quel fuoco lo cerco. Non ho paura di amare, di dare, di vivere le emozioni, non ho paura di piangere e farmi male. Sono ancora quella bambina che stringe quel  filo sottile per rimanere aggrappata alla vita e non importa qual è il prezzo da pagare voglio vivere, voglio disperatamente vivere e amare.   L'unico senso che riesco a trovare in tutto questo  è l'amore. .... E per l'amore combatto. Sono come un guerriero su una terra senza farfalle ... 

La bambina col cappotto azzurro-cielo
La bambina col cappotto azzurro- cielo@copyright

"Una donna che ama
È simile a un grande guerriero
Che vuole la sua vittoria
Per questa vittoria sarà pronta a morire
Su una terra senza farfalle".
Alda Merini



giovedì 16 maggio 2013

La primavera a novembre ....

E' un'avventura, ricostruire se stesse. 
La più grande.
Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli.
Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo "sono nuova" con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo.
Perché tutti devono capire e vedere:

 "Attenti: il cantiere è aperto.
Stiamo lavorando anche per voi. 

Ma soprattutto per noi stesse".
Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia.
Per chi la incontra e per se stessa.
È la primavera a novembre. 

Quando meno te l'aspetti.

Diego Cugia, "Alcatraz"
Illustrazione: Martina Peluso

lunedì 6 maggio 2013

GUARDA OLTRE IL MIO CORPO


Non avere fretta … abbiamo tutto il tempo.
Lasciami il tempo di  desiderarti, di aspettarti, di scoprirti.
Lasciami pregustare l'attesa di  te,
non precedermi non sono pronta, non ancora.
Lasciami il tempo per imparare a fidarmi,
per non ingannarmi, per capire di non essere solo
un passatempo, un analgesico, un giocattolo.
Lasciami stare sola con me stessa,
ma non allontanarti troppo,
rimani a vista.
Lascia tempo alle mie paure di diventare forza,
mi sento in balia di troppi errori.
Lasciami il tempo di emozionarmi,
di sognare,
di assaporare ogni istante,
di donarmi poco a poco.
Lasciami il tempo ….
Tempo ... per non rifare gli stessi sbagli che hanno segnato la mia vita 
Prenditi il tempo di guardare
oltre quel che vedi..
Guardami. Ogni centimetro di pelle.
Non tralasciare nulla … neppure un minuscolo angolo.
Segui ogni curva, ogni avvallamento,
scivola lento sulle discese, risali le superfici,
colma i solchi, soffermati sulle pianure
percorrimi come una strada che ti porta fin dentro di me
cammina su di me con esasperante lentezza.
Ferma il tuo sguardo ora sul mio corpo
come se dovessi dipingermi riempiti gli occhi di me
imprimi ogni mia sfumatura nella tua mente.
Assaggiami. Annusami. Respirami.
Ricoprimi. Stendi il tuo corpo su di me e fermati.
Ti voglio sentire. Voglio che tu senta me.
Ora chiudi i tuoi occhi e guardami.
Guarda oltre il mio corpo. Penetrami
con lo sguardo. Entra nell'anima.
Cosi saprai chi sono.
Prenditi il tuo tempo per guardare
oltre ciò che tutti vedono.
Ma se non sei capace di farlo,
ti prego vattene.

La bambina col cappotto azzurro-cielo
La bambina col cappotto azzurro- cielo@copyright